Drammatizzazione del quadro "Giuditta e Oloferne" del Caravaggio
Progetto della tavola tattile del quadro del Caravaggio “Giuditta e Oloferne”, presente presso Gallerie Nazionali di Arte Antica Palazzo Barberini, realizzato con un finanziamento della Fondazione Roma e dell’Associazione di Volontariato Museum.
La tavola tattile, di misure 50×60 cm, è stata realizzata da Architalab.
Giuditta Dai Libri Storici dell’Antico Testamento
Ed ecco, al quarto giorno, Oloferne fece preparare un rinfresco riservato ai suoi servi, senza invitare a mensa alcuno dei suoi ufficiali, e disse a Bagoa, il funzionario incaricato di tutte le sue cose:
OLOFERNE Va’ e invita quella donna ebrea che è presso di te a venire con noi, per mangiare e bere assieme a noi, poiché è cosa disonorevole alla nostra reputazione se lasceremo andare una donna simile senza godere della sua compagnia; se non sapremo conquistarla, si farà beffe di noi.
Bagoa, uscito dalla presenza di Oloferne, andò da lei e disse:
BAGOA Non abbia difficoltà questa bella ragazza a venire presso il mio signore, per essere onorata alla sua presenza e bere con noi il vino in giocondità e divenire oggi come una delle donne assire, che stanno nel palazzo di Nabucodònosor.
Giuditta rispose a lui:
GIUDITTA E chi sono io per osare contraddire il mio signore? Quanto sarà gradito ai suoi occhi, mi affretterò a compierlo e sarà per me motivo di gioia fino al giorno della mia morte.
Subito si alzò e si adornò delle vesti e d’ogni altro ornamento femminile; la sua ancella l’aveva preceduta e aveva steso a terra per lei davanti ad Oloferne le pellicce che aveva ricevuto da Bagoa per suo uso quotidiano, per adagiarvisi sopra e prendere cibo. Giuditta entrò e si distese. Il cuore di Oloferne rimase estasiato e si agitò il suo spirito, aumentando molto nel suo cuore la passione per lei; già da quando l’aveva vista, cercava l’occasione di sedurla. Le disse pertanto Oloferne:
OLOFERNE Bevi e datti alla gioia con noi.
Giuditta rispose:
GIUDITTA Sì, signore, berrò perché sento che la mia vita è oggi onorata come non mai dal giorno della mia nascita.
Incominciò quindi a mangiare e a bere davanti a lui ciò che le aveva preparato l’ancella. Oloferne si deliziò della presenza di lei e bevve abbondantemente tanto vino quanto non ne aveva mai bevuto in un solo giorno da quando era al mondo.
Quando si fece buio, i suoi servi si affrettarono a ritirarsi. Bagoa chiuse dal di fuori la tenda e allontanò le guardie dalla vista del suo signore e ognuno andò al proprio giaciglio; in realtà erano tutti fiaccati, perché il bere era stato eccessivo. Rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano, ubriaco fradicio. Allora Giuditta ordinò all’ancella di stare fuori della sua tenda e di aspettare che uscisse, come aveva fatto ogni giorno; aveva detto infatti che sarebbe uscita per la sua preghiera. Si erano allontanati tutti dalla loro presenza e nessuno, piccolo o grande, era rimasto nella parte più interna della tenda; Giuditta, fermatasi presso il divano di lui, disse in cuor suo:
GIUDITTA Signore, Dio d’ogni potenza, guarda propizio in quest’ora all’opera delle mie mani per l’esaltazione di Gerusalemme. E’ venuto il momento di pensare alla tua eredità e di far riuscire il mio piano per la rovina dei nemici che sono insorti contro di noi.
Avvicinatasi alla sponda del letto che era dalla parte del capo di Oloferne, ne staccò la scimitarra di lui; poi, accostatasi, afferrò la testa di lui per la chioma e disse:
GIUDITTA Dammi forza in questo momento, Signore Dio d’Israele.
E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa. Indi ne fece rotolare il corpo giù dal giaciglio. Poco dopo uscì e consegnò la testa di Oloferne alla sua ancella, la quale la mise nella bisaccia dei viveri e uscirono tutt’e due, secondo il loro uso, per la preghiera; attraversarono il campo, fecero un giro nella valle, poi salirono sul monte verso Betulia e giunsero alle porte della città. Giuditta gridò di lontano al corpo di guardia delle porte:
GIUDITTA Aprite, aprite subito la porta: è con noi Dio, il nostro Dio, per esercitare ancora la sua forza in Israele e la sua potenza contro i nemici, come ha dimostrato oggi.
Per la drammatizzazione audio di Giuditta:
Giuditta: Lucia Bianchi;
Oloferne: Stefano Pavone.
Bagoa: Davis Tagliaferro.
La voce narrante: Mimmo Valente
Musiche tratte dalla Giuditta di Alessandro Scarlatti – 1693